La proposta di Giuliano Volpe al Sabato delle Idee

Tomaso Montanari lancia l’idea del mecenatismo popolare per il patrimonio culturale e Luigi Cerullo presenta il Polo digitale di Archivi, Biblioteche e Musei di Napoli
“La vera capacità di conservazione del patrimonio culturale consiste nell’innovazione della sua fruizione”. Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici, ha chiuso così il suo intervento all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli nel corso del “Sabato delle Idee” dedicato a “Le nuove frontiere dei beni culturali”.
Un intervento appassionato e pieno di proposte per l’innovazione nel corso del quale Volpe ha lanciato l’idea dei Policlinici per i beni culturali. “Uno dei più grandi problemi del nostro Paese nella valorizzazione del patrimonio culturale – ha spiegato l’ex Rettore dell’Università di Foggia – è l’incapacità di creare un sistema integrato tra saperi e competenze diverse che valorizzi anche e soprattutto gli aspetti legati all’economia e alla comunicazione dei beni culturali, che soltanto in questo modo potranno finalmente diventare un motore di sviluppo economico ed occupazionale”.Per fare questo secondo Volpe occorre una nuova classe dirigente che si potrebbe formare in strutture simili a quelle dei Policlinici ospedalieri anche perché “l’organismo culturale è un po’ come quello umano e va curato con attenzione e competenze e con la capacità di far seguire alla fase della diagnosi una efficace fase terapeutica”.
Secondo la proposta del presidente del Consiglio superiore per i beni culturali i Policlinici dovrebbero nascere dall’unione di Università, centri di ricerca e Sovraintendenze affinché gli studenti possano formarsi in maniera molto professionalizzante così come avviene nelle Scuole di specializzazione del settore medico.
“Gli spazi occupazionali e di sviluppo economico legati ai beni culturali – ha concluso Volpe – sono immensi come praterie ma passano per un cambio di mentalità nel Paese che ci porti finalmente ad investire nei servizi aggiuntivi (ristoranti, spazi per bambini, ecc) che rendano l’esperienza di fruizione del patrimonio culturale non più qualcosa di ‘sacrale’ soltanto per intellettuali ma un ‘piacere’ più popolare che possa coinvolgere più cittadini possibile”.
L’incontro, aperto da Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, Marta Herling, segretario generale dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e da Marco Salvatore, direttore scientifico dell’IRCCS SDN, è stato quanto mai ricco di idee e proposte come quella decisamente suggestiva del “mecenatismo popolare per il patrimonio culturale” lanciata da Tomaso Montanari, docente di Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha raccontato l’esempio virtuoso della campagna di crowdfunding “Abbraccia il Battistero” promossa da Unicoop Firenze per il restauro del tempio civico fiorentino. “Se le sponsorizzazioni sono operazioni commerciali da mecenatismo dei paperoni con un inevitabile sapore paternalistico ed esclusivo – ha spiegato Montanari – il crowdfunding dei cittadini è invece inclusivo, essenzialmente democratico e profondamente in sintonia con lo spirito della nostra Costituzione: è un mecenatismo popolare che punta a restaurare i monumenti creando conoscenza”.
La testimonianza di eccellenza del Polo digitale di Archivi, Biblioteche e Musei di Napoli
Uno dei momenti più interessanti della giornata è stato quello riservato alle testimonianze di valorizzazione dei beni culturali attraverso le nuove tecnologie nel corso del quale Luigi Cerullodell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane ha presentato il progetto del Polo digitale di Archivi, Biblioteche e Musei di Napoli.
Un progetto realizzato da cinque prestigiose istituzioni culturali di Napoli (la Deputazione della Cappella del tesoro di San Gennaro, la Fondazione “Biblioteca Benedetto Croce”, l’Istituto Italiano per gli Studi Storici, il Pio Monte della Misericordia e la Società Napoletana di Storia Patria) che ha consentito la creazione di una piattaforma software per la digitalizzazione, la conservazione e la divulgazione di beni culturali, documentali e museali, mettendo in rete un enorme patrimonio bibliografico, archivistico ed artistico.