Le parole della politica e l’emozione pubblica. Il leaderismo: costruire relazioni o limitarsi ad apparire?
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Ancora non sappiamo se siamo di fronte a una svolta definitiva o a un momentaneo cambio di stagione. Sta di fatto che l’avvento di Draghi ha modificato radicalmente la comunicazione politica, diventata ora specialistica ed essenziale. Precedentemente, salvo rare eccezioni, eravamo già passati dal “politichese” al “politicoso”, cioè da un parlare politico per addetti ai lavori, volutamente oscuro, a un linguaggio semplificato al massimo, quasi infantile, disancorato da ogni forma di responsabilità e di competenza. Un linguaggio, quest’ultimo, del tutto evasivo rispetto alla complessità del reale. È perciò successo che, incompetenti nelle politiche (policies) molti leader abbiano drammatizzato la politica (politics). Più che risolvere problemi hanno alimentato paure e promesso utopie. Si sono misurati con l’emozione pubblica anziché con l’opinione pubblica. Tutto questo è ora solo un ricordo? Siamo già al cospetto di un nuovo leaderismo capace di tessere relazioni nella società e tra i saperi? La questione è aperta.
PROGRAMMA
Saluti
Marco Salvatore
Direttore Scientifico
SYNLAB IRCCS SDN
Lucio d’Alessandro
Magnifico Rettore Università
“Suor Orsola Benincasa”, Napoli
Elio Franzini
Magnifico Rettore Università Statale di Milano
Matteo Lorito
Magnifico Rettore Università “Federico II”, Napoli
Introduce
Massimo Adinolfi
Direttore Scuola PolìMiNa
da Milano
Massimiliano Panarari
Professore associato di Sociologia della comunicazione
Università Mercatorum, Roma
Massimo Scaglioni
Storico dei media
Università Cattolica del Sacro Cuore
da Napoli
Romano Prodi
che presenterà il libro
Strana vita, la mia
(Solferino)
nella seduta pomeridiana
riservata agli allievi della Scuola
Marco Ascione
Giornalista, capo del servizio politico del Corriere della Sera curatore del libro di Romano Prodi
Coordina
Marco Demarco
Giornalista
Insieme con i tutor
Chiara d’Alessandro e Filippo Incontro