…e se abolissimo la parola Cancro?
Fondazione SDN
Sala Conferenze, via Gianturco 113
Marco Salvatore, Lucio D’Alessandro, Marco De Fazio
Comunicati stampa
Al Sabato delle Idee la proposta di abolizione della parola Cancro
E intanto nasce l’asse Napoli – Harvard sulla ricerca oncologica
Lanciata da un gruppo di medici americani del National Cancer Institute e rilanciata in Italia dall’oncologo Umberto Veronesi, la proposta di abolizione della parola cancro per ridurre l’impatto emotivo della diagnosi di tumore sui pazienti sarà al centro del prossimo appuntamento de “Il Sabato delle Idee” che si svolgerà Sabato 10 Maggio alle ore 10.30 nella Sala Conferenze della Fondazione SDN di Napoli.
Gli autori dello studio sostengono che “cambiare il linguaggio è fondamentale per dare alla gente la fiducia necessaria per affrontare le loro malattie senza esagerare con le cure, perché quando un paziente sente pronunciare la parola “cancro” pensa subito alla morte ed è disposto a fare qualsiasi cosa pur di salvarsi”. E spesso il rischio a cui i medici devono far fronte è quello dell’eccesso di trattamento perché in presenza delle nuove frontiere della medicina, sia diagnostiche che terapeutiche, spesso i pazienti sono spinti a sottoporsi a terapie invasive, dolorose e con pesanti effetti psicologici, anche quando non sono strettamente necessarie.
Gli studiosi americani si riferiscono soprattutto a quei tumori benigni come quelli al seno, alla tiroide, alla prostata che hanno poche possibilità di trasformarsi in maligni e non devono causare eccessivo allarmismo nel paziente, rischiando di comprometterne la salute psicologica.
L’idea è stata ripresa in Italia da Umberto Veronesi, già Ministro della Salute ed attualmente direttore dell’Istituto Europeo di Oncologia, che ha lanciato un appello soprattutto ai media, che spesso abusano di terminologie eccessivamente tragiche come “il male incurabile”, proponendo l’abolizione della parola cancro e l’utilizzo del più “rassicurante” termine neoplasia.
“Le parole sono fondamentali nel linguaggio del dolore – sostiene Veronesi – e lo sono ancor di più quando questo dolore è una diagnosi di cancro, un trauma profondissimo che tocca oltre mille persone ogni giorno nel nostro Paese”. Secondo il direttore dell’IEO diventa allora un dovere morale per i medici togliere l’angoscia creata dalla parola cancro, anche perché oggi le cause dei tumori sono ben conosciute, e mediamente il 60% per cento dei pazienti guarisce se il cancro è diagnosticato per tempo ed anzi per alcune neoplasie (come quelle alla mammella, alla prostata o alla tiroide) si arriva fino al 90%di guarigione. È per questo che secondo Veronesi “è davvero tempo di cambiare nome a questa malattia e di scacciarne i fantasmi, così come bisogna smettere di chiamare gli ex malati “sopravvissuti”, perché oggi il cancro è una malattia curabile nella maggioranza dei casi e non deve spaventare”.
Su questa proposta si confronteranno al Sabato delle Idee medici, psicologi, filosofi e giornalisti.Alla discussione, introdotta dall’ideatore del Sabato delle Idee, Marco Salvatore, e dal Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, Lucio d’Alessandro, prenderanno parte tra gli altri Raffaele Calabrò, consigliere in materia di Sanità del Presidente della Giunta della Regione Campania,Gennaro Carillo, professore ordinario di Storia del pensiero filosofico all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Ernesto Esposito, Direttore generale dell’ASL Napoli 1, Aldo Masullo, professore emerito di Filosofia morale all’Università Federico II di Napoli, Tonino Pedicini, direttore generale dell’Istituto Nazionale dei Tumori “Pascale”, il chirurgo Marco De Fazio ed il giornalistaLuciano Onder, storico curatore di Tg2 Medicina33.
L’asse Napoli – Harvard per la ricerca oncologica
Introducendo il tema del Sabato delle Idee, Marco Salvatore, fondatore dell’Istituto SDN, presenteràil protocollo di ricerca sulle nuove frontiere della diagnostica per immagini in campo oncologico con la prestigiosa Harvard Medical School. Si tratta dell’ultima novità del processo di internazionalizzazione dell’Istituto SDN di Napoli, ormai divenuto uno dei centri diagnostici più avanzati in Europa proprio grazie ai grandi investimenti da un lato sulla ricerca, con un pool di oltre 50 ricercatori anche internazionali, dall’altro sulle nuove tecnologie.
Un esempio su tutti è quello della PET-RM. L’Istituto SDN di Napoli è il primo in Italia, nell’Europa Sud Orientale e nel Mediterraneo, a disporre dell’innovativo macchinario BiographmMR, il tomografo body scanner in grado di eseguire in un unico esame la Risonanza Magnetica e la Pet, fino ad oggi eseguibili in due diversi momenti. Una vera rivoluzione della diagnostica per immagini che consente di integrare in maniera precisa le immagini strutturali con le immagini funzionali, indicando cioè non solo come l’organo è fatto (RM) ma anche come lavora (PET). Il risultato è un grande incremento nell’accuratezza diagnostica in campo oncologico, neurologico e cardiologico. In particolare tale metodica è indicata nello studio dei tumori dell’addome, della sfera genitale, del fegato e del tratto gastroenterico, ma è anche utile a livello encefalico sia nella patologie tumorali sia nelle patologie neurodegenerative, come lo studio delle demenze.
Studi e novità oggetto anche di due giornate di studio promosse dall’Istituto SDN nell’ambito della collaborazione scientifica con l’Harvard Medical School, basata sul doppio binario dello scambio dei dati e dei ricercatori.
Nella prima l’Istituto SDN ha ospitato Chuan Huang, ricercatore dell’Harvard Medical School e grande studioso di modelli matematici applicati alla valutazione e al perfezionamento della qualità delle immagini diagnostiche, soprattutto nella PET-RM, tanto da ricevere nel 2013, proprio su questi temi, la menzione onoraria “Young Investigator Award Symposium” del meeting annuale della Società di Medicina Nucleare e Molecular Imaging.
Il giovane ricercatore cinese ha illustrato le nuove tecniche messe a punto per rendere sempre più accurate, attraverso l’utilizzo dei dati della risonanza, le informazioni contenute nel dato PET. Lo strumento è quello della correzione dei movimenti volontari ed involontari del paziente, come il movimento cardiaco e il movimento respiratorio, grazie ai quali viene perfezionata la sinergia diagnostica delle informazioni anatomiche, funzionali e biochimiche, con grandi vantaggi, ad esempio, nella rilevazione delle lesioni più piccole in campo oncologico soprattutto nei tumori delle zone addominali e toraciche.
Lunedì 19 Maggio alle 14.30 la seconda conferenza sarà, invece, dedicata al tema “Lo stato dell’arte ed il futuro della PET-RM”, con la presenza di Bruce Rosen, professore di Radiologia alla Harvard Medical School e direttore del “Center for Biomedical Imaging” del Massachusetts General Hospital.
Sarà proprio Rosen ad illustrare alcuni dei risultati principali della ricerca in campo oncologico condotta sull’asse Napoli – Harvard dai ricercatori dell’Istituto SDN e della Harvard Medical School.
“Uno dei dati più importanti dei nostri studi – anticipa Maria Antonia Di Palma, direttore sanitario dell’Istituto SDN – è la dimostrazione evidente che la PET-RM non porta soltanto il beneficio visivo di un’immagine più nitida e “bella” ma porta soprattutto un beneficio clinico per il paziente perché, solo per citare un dato, al 18% dei pazienti con patologie oncologiche che effettuano una PET-RM viene modificato il trattamento medico rispetto alla PET-TAC eseguita nello stesso giorno. Proprio perché la PET-RM permette una migliore stadiazione dei tumori“.